{"id":7283,"date":"2022-12-03T14:13:32","date_gmt":"2022-12-03T13:13:32","guid":{"rendered":"http:\/\/www.frequenzaitaliana.it\/?p=7283"},"modified":"2022-12-03T14:13:32","modified_gmt":"2022-12-03T13:13:32","slug":"il-racconto-pinguino-di-fake-news","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.frequenzaitaliana.it\/il-racconto-pinguino-di-fake-news\/","title":{"rendered":"Il racconto “Pinguino” di Fake-News"},"content":{"rendered":"
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Il racconto “Pinguino” di Fake-News <\/strong><\/h3>\n<\/div>\"\"<\/span>

Dopo \u00a0\u201cAhia!<\/strong>\u201d uscito nel del 2020 e tre singoli che hanno anticipato il disco, la band bergamasca capitanata da frontman Riccardo Zanotti torna con un nuovo capitolo della storia.
\nFake News<\/strong> \u00e8 un piacevolissimo fermo immagine del presente, un album \u201cvero\u201d che ha come obiettivo dichiarato quello di rimanere nel tempo.
\nIl titolo di questo nuovo progetto suona quasi come un ossimoro rispetto ai temi trattati nei brani, un modo per accendere i riflettori e riflettere su tutte quelle false notizie che condiscono e a volte condizionano le nostre giornate.<\/p>\n

Il racconto Pinguino di \u201cFake News\u201d <\/strong><\/p>\n

\u201cZen\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 l\u2019opening track dell\u2019album. Diamo moltissima importanza alle canzoni con cui si aprono i nostri dischi: l\u2019inizio \u00e8 sempre uno statement. In questo caso la canzone si apre con un coro che assolve il ruolo del coro della tragedia greca: non si tratta di persone che cantano insieme, ma di un personaggio collettivo con cui sto dialogando che rappresenta la mia coscienza e che mi intima di stare calmo. Io spesso tendo ad avere paura del futuro, delle sfide, della vita, anche di questo stesso album. \u201cZen\u201d \u00e8 quasi un rito scaramantico. L\u2019arrangiamento tende all\u2019urban, in certi punti quasi al rap: nasce da un beat che si ispira a Travis Scott. Siamo voluti uscire dalla nostra comfort zone. \u00c8 una canzone estremamente autoreferenziale, perch\u00e9 mi ricorda di calmarmi e di dimenticarmi del mio mestiere.<\/p>\n

\u201cL\u2019ultima volta\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 una canzone smaccatamente pop, come lo \u00e8 il tema che viene trattato: la questione atavica di fare qualcosa per l\u2019ultima volta nella nostra vita senza rendercene conto. L\u2019ultimo Happy Meal, l\u2019ultimo bacio, l\u2019ultima volta che parliamo a una persona cara che poi ci lascia. Abbiamo fatto dieci versioni diverse, siamo passati dal funk al rock, arrivando alla fine a un bel connubio tra funk e EDM, un genere che ci piace tantissimo. Le influenze sono David Guetta, Avicii e sicuramente anche Bruno Mars, che in passato ha fatto spesso di questo connubio una cifra stilistica. \u00c8 una canzone in cui si balla, ci piace anche questa idea che ai concerti la gente possa scatenarsi in ogni modo possibile: facendo headbanging, piangendo, sorridendo, cantando.<\/p>\n

Gi\u00e0 dal titolo di\u00a0\u201cHold on\u201d<\/strong>\u00a0si evince che utilizziamo molto in questo album la commistione tra inglese e italiano. Lo facciamo perch\u00e9 siamo cittadini del mondo, ci piace mescolare culture diverse. L\u2019utilizzo di italiano e inglese \u00e8 dovuto al fatto che spesso, nel mondo lavorativo, si ha questa attitudine. \u00c8 una cosa molto milanese, se ci si pensa bene: fare un meeting, una call, essere smart e via dicendo. \u201cHold on\u201d parla proprio di come sia difficile stare accanto a una persona che, soprattutto a livello lavorativo, ma anche sociale, umano e relazionale non sta bene. L\u2019arrangiamento \u00e8 una power ballad, molto classica, ed \u00e8 pensata per essere ascoltata la mattina, quando si fa il cosiddetto commuting casa-lavoro. Una canzone, per tirare avanti, per tenere duro. Lo scopo ultimo della musica dovrebbe essere questo: dare conforto a persone che stanno vivendo un periodo difficile.<\/p>\n

\u201cStage Diving\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 un invito esplicito a buttarsi, sia metaforicamente sia letteralmente: buttarsi nella vita, superare la propria timidezza. La musica ci d\u00e0 quel pizzico di coraggio che ci manca nella vita. Nella mia testa immagino questo pezzo che parte a San Siro o all\u2019Olimpico di Roma, perch\u00e9 questa canzone \u00e8 dedicata a Roma, una citt\u00e0 meravigliosa. Immagino di prendere la rincorsa e \u201clanciarmi\u201d sul mio pubblico, sul nostro pubblico. L\u2019acme della canzone si raggiunge quando si descrive con minuziosi dettagli cosa significhi fare stage diving sulla folla. Una cosa che faccio spessissimo ai concerti. Un\u2019emozione indescrivibile, il momento pi\u00f9 alto di connubio con il pubblico che si possa avere, ma perch\u00e9 sai bene che c\u2019\u00e8 qualcuno che ti prender\u00e0, una cieca fiducia che ti impedisce di cadere. O che impedisce al pubblico di lasciarti precipitare. Ed \u00e8 la bellezza di un concerto, ma anche la bellezza della nostra storia. Ci siamo sempre sentiti cos\u00ec, ed \u00e8 anni che non veniamo lasciati cadere, quindi \u00e8 fantastico.<\/p>\n

\u201cRicordi\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 una canzone semplice ed estremamente diretta. Lo si evince gi\u00e0 dal titolo, la parola ricordi ha un significato unilaterale, i ricordi sono quello che ci portiamo dietro dal passato: l\u2019esperienza, la malinconia. In certi casi per\u00f2 s\u00ec, \u00e8 semplice, ma dall\u2019altra parte anche ambigua, volutamente ambigua, perch\u00e9 pu\u00f2 riferirsi come canzone sia a una storia d\u2019amore finita \u2013\u00a0 in cui si rivivono i ricordi con nostalgia \u2013 sia, se si analizza meglio il testo, a una storia molto pi\u00f9 mesta, pi\u00f9 truce, che riguarda una malattia terribile come l\u2019Alzheimer. L\u2019utilizzo della parola Aducanumab, che \u00e8 il farmaco che si utilizza da pochissimo tempo in questi tipi di patologie \u2013 o meglio lo utilizzano in alcune parti del mondo \u2013 \u00e8 un punto pivotale, cio\u00e8 \u00e8 il punto in cui si dovrebbe capire di cosa parla realmente la canzone. Qualcuno lo passa senza farsi neanche troppe domande, qualcun altro invece, non capendo la parola, va a cercarsela. Abbiamo constatato su Google Trend che le ricerche per questa parola sono aumentate sensibilmente dopo che abbiamo pubblicato la canzone.<\/p>\n<\/div>\"\"<\/span>

\u201cMelting pop\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 una delle canzoni pi\u00f9 cosmopolite che abbiamo mai scritto, che potrebbe anche risultare kitsch per qualcuno. Per\u00f2 non \u00e8 un kitsch mellifluo, finto, che cade nel trash. \u00c8 un kitsch pi\u00f9 simile a quello che facevano i Queen in certe loro produzioni, perch\u00e9 il suono che ne deriva \u00e8 contaminato da mille influenze diverse. Per esempio c\u2019\u00e8 la cassa in quattro, tipica della musica pop occidentale, ma anche un ampio utilizzo del sitar, strumento indiano famosissimo. Da una parte c\u2019\u00e8 un assolo di sax di matrice jazz, dall\u2019altra parte invece l\u2019utilizzo di fiati, di strumenti a fiato giapponesi che poche volte nella storia hanno convissuto con il suono di un sax. Ci \u00e8 piaciuto molto fare questo arrangiamento dal profumo di globalizzazione. La citt\u00e0 dove ha luogo Melting Pop \u00e8 Milano, ovvero la citt\u00e0 pi\u00f9 cosmopolita d\u2019Italia, che noi viviamo spesso per lavoro. Abbiamo voluto portare Milano in musica e il risultato \u00e8 Melting Pop.<\/p>\n

\u201cForse\u201d<\/strong>\u00a0nasce dall\u2019amore che nutriamo nei confronti di un\u2019invenzione incredibile, Il codice Morse \u00e8 la sintesi perfetta fra ritmo (successione pi\u00f9 o meno veloce di un suono con significati diversi a seconda delle lettere che questi suoni rappresentano), musica (il suono di una nota che viene ripetuto costantemente) e decrittazione. \u00c8 quasi come fosse un gioco in cui dobbiamo capire quali sono le lettere a cui questi suoni si riferiscono. Tutta la comunicazione \u2013 dalla parola, al codice, all\u2019arte, al disegno, anche alla musica \u2013 deve essere in qualche modo gioco, perch\u00e9 se non ci fosse l\u2019intrigo del gioco, nessuno avrebbe voglia di comunicare. Forse e Morse hanno una sola lettera di differenza eppure vogliono dire cose completamente diverse. Da una parte Morse, il codice rigoroso, sintetico, quasi matematico; dall\u2019altra parte Forse, che \u00e8 una delle parole invece pi\u00f9 dubbie, quello che dicono i genitori e i bambini quando non vogliono dire no, ma vogliono anche lasciare aperta l\u2019opzione del s\u00ec aleatorio. \u201cForse\u201d \u00e8 una canzone che inizialmente uscir\u00e0 solo sulla versione fisica, come fosse una ghost track, per un primo momento non sar\u00e0 disponibile sulle piattaforme digitali.<\/p>\n

\u201cFede\u201d<\/strong>\u00a0nasce da questo pensiero: \u00e8 molto difficile credere in un Dio quando tutto va male, nello sconforto, nel dolore. Per\u00f2 \u00e8 altrettanto difficile non credere in Dio quando tutto va tutto per il verso giusto\u2026 e noi lo sappiamo bene, perch\u00e9 non siamo credenti ma \u00e8 una vita intera che le cose ci stanno andando \u201cda Dio\u201d (perdonatemi, ma dovevo dirlo!). Nella canzone ci interroghiamo su cosa significhi la fede in ambiti diversi: la fede nella scienza, la fede nell\u2019uomo, la fede nelle emozioni, la fede nelle istituzioni. Abbiamo cercato di trovare un equilibrio fra tutte queste possibili fedi: \u00e8 la canzone del disco che suggella lo stretto legame che c\u2019\u00e8 fra musica e religione. Per noi la religione significa da sempre, fin da quando eravamo bambini, dubbio. \u201cFede\u201d suona rock in modo puro e crudo ed \u00e8 la canzone con meno tracce, proprio perch\u00e9 voleva essere diretta, ma non minimale, come dovrebbe essere la fede, senza ribattimenti o supposizioni. La fede c\u2019\u00e8 o non c\u2019\u00e8 e il rock\u2019n\u2019roll ci sembra la stessa cosa, non accetta compromessi.<\/p>\n

\u00a0\u201cDentista Croazia\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 una canzone autobiografica che racconta l\u2019amore spassionato che spesso intercorre fra una band e il proprio mezzo di trasporto che, nel nostro caso, era un furgoncino che aveva sulla fiancata la scritta Dentista Croazia. Ci veniva concesso durante i weekend da una cooperativa che portava gli anziani a fare operazioni odontoiatriche in Croazia. Spesso la gente pensa che la vita del musicista e da rockstar consista nel suonare, stare in studio, fare serata, divertirsi. Ma la realt\u00e0 dei fatti \u00e8 che anche in un paese piccolo come l\u2019Italia, la maggior parte della giornata di un musicista si svolge all\u2019interno di un mezzo di trasporto, proprio come \u00e8 successo e continua a succedere a noi. Il brano \u00e8 una power ballad dove le chitarre fanno da padrone. Simboleggia i nostri inizi, quando non c\u2019erano tanti sintetizzatori, tastiere, pedaliere e sound effects. Nel racconto dei viaggi in furgone, \u00e8 racchiuso quello della nostra crescita a livello artistico, lavorativo, ma anche personale.. Stiamo cercando di ritrovare quel furgone, cimelio dall\u2019enorme valore simbolico, ma non sappiamo dove sia.<\/p>\n

\u201cHikikomori\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 una canzone che tratta un tema centrale nella nostra produzione degli ultimi anni, ovvero quello della solitudine. Cosa sono gli hikikomori? \u00c8 un fenomeno che vede protagonisti soprattutto dagli adolescenti originariamente giapponesi, ma poi, si \u00e8 sparso in tutto il mondo. Fondamentalmente questi ragazzi, perch\u00e9 sono prevalentemente maschi, decidono di rintanarsi nella loro stanza e di non mostrarsi pi\u00f9 ai loro amici e ai loro conoscenti e di vivere confinati dentro quattro mura, giocando ai videogames, guardando film, mangiando quello che gli si porta, talvolta arrivando a denutrirsi. \u00c8 un fenomeno molto problematico che ormai, partendo dal Giappone, ha raggiunto tutti. \u00c8 una metafora molto forte e siamo consapevoli delle enormi differenze, per\u00f2 anche noi durante la pandemia ci siamo sentiti sconfortati, distrutti e chiusi in quattro mura: dopo Sanremo doveva iniziare il nostro tour, che abbiamo dovuto rimandare di due anni. \u201cHikikomori\u201d, \u00e8 dedicata a tutti coloro che in quel periodo, o in generale nella vita, si sono sentiti e si sentono sconfortati, e si abbandonano alla solitudine.<\/p>\n

Non \u00e8 mai semplice parlare delle proprie canzoni. Tuttavia, nel caso di \u201cGiovani Wannabe\u201d<\/strong>\u00a0mi viene particolarmente facile. Perch\u00e9 la prima canzone estiva che abbiamo mai scritto ed \u00e8 una canzone che per noi pinguini tattici nucleari ha significato ripartenza, rinascita, in qualche modo, dato che proprio nell\u2019estate del 2022 siamo tornati a suonare dal vivo. \u201cGiovani Wannabe\u201d \u00e8 una canzone positiva, di speranza che ha degli orizzonti sconfinati. Il suono di sintetizzatore iniziale ha una precisione quasi clinica, plastica, perch\u00e9 vuole aprirsi in modo sicuro verso il futuro. Non a caso \u00e8 una canzone molto quadrata e diretta nella sua semplicit\u00e0 e immediatezza. Parla della ricerca spasmodica della felicit\u00e0 nell\u2019avvenire, nel futuro, nei giorni che ancora non ci sono. In sintesi parla del cercare il proprio posto nel mondo. Calvino diceva che alle volte ci si sente incompleti e in realt\u00e0 si \u00e8 solo giovani, e forse \u00e8 proprio cos\u00ec.<\/p>\n

\u201cBarfly\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 la primissima canzone che ho scritto per \u201cFake News\u201d<\/strong>, il titolo \u00e8 un riferimento a un famoso pub che sorgeva a Chalk Farm a Londra, in cui hanno suonato tutti i pi\u00f9 grandi, dai Coldplay agli U2 e via dicendo. Ho passato quasi cinque anni della mia vita nella perfida Albione e pi\u00f9 precisamente a Londra, e sono coincisi con i miei primi anni di lavoro in una caffetteria e i tre anni dell\u2019universit\u00e0. \u201cBarfly\u201d, narra di quei tempi andati che per\u00f2 per me sono stati un misto di felicit\u00e0 e tristezza, di allegria e di malinconia. Dovevo mantenermi da solo e spesso arrivavo alla fine del mese con pochi spiccioli o in rosso. Da una parte ero fuggito dall\u2019Italia cercando un futuro migliore, ma dall\u2019altra mi rendevo conto via via che il mio presente del tempo non coincideva per niente con quello che mi ero immaginato. La mia routine era composta perlopi\u00f9 da lavoro. Lavoravo part time in una caffetteria Costa e contemporaneamente studiavo musica in universit\u00e0. L\u2019unico momento di svago possibile mi era concesso quando raggiungevo il bar e bevevo un bel sidro, magari guardando qualche live di artisti emergenti, come appunto facevo talvolta al Barfly. I Coldplay, una delle mie band preferite, sono molto presenti in questo brano, ed \u00e8 proprio al Barfly che hanno mosso i primi passi e con i primi live.<\/p>\n

\u201cNon sono cool\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 un manifesto prima ancora che una canzone. Il titolo \u00e8 abbastanza esplicativo e parla di noi: fin da quando esistiamo come band ci siamo sempre sentiti degli outsider, non tanto per il pubblico quanto per gli addetti ai lavori. Venendo dalla provincia, suonando un genere di musica, soprattutto agli inizi, non particolarmente convenzionale e mostrandoci senza troppi fronzoli, abbiamo sempre subito un\u2019etichetta, che \u00e8 quella di personaggi \u201cnon cool\u201d.
\nAbbiamo imparato a riderne, ma, inizialmente, era un problema. In qualche modo ci additavano come un progetto non in linea con i tempi, non alla moda. Era un po\u2019 come se ci fosse un veto riguardo al parlare di noi e al parlare dei nostri concerti. Dall\u2019altro lato, per\u00f2, continuavamo a constatare che il nostro pubblico stava crescendo di concerto in concerto. E abbiamo capito una cosa fondamentale: se vuoi fare musica in Italia, la \u201ccoolness\u201d ti pu\u00f2 rendere figo per gli addetti ai lavori, ma spesso non ti rende interessante per il tuo pubblico. Quindi, in qualche modo, chiusa una porta, si pu\u00f2 aprire un portone. \u00c8 uno dei pezzi pi\u00f9 rock e potenti dell\u2019album, perch\u00e9 c\u2019era l\u2019esigenza di potenza e immediatezza, per fare arrivare bene il messaggio.<\/p>\n

\u201cCena di classe\u201d<\/strong>\u00a0\u00e8 l\u2019ultima canzone di \u201cFake News\u201d ed \u00e8 anche una delle pi\u00f9 vere. Trattandosi di una storia raccontata, attinge dall\u2019immaginario pi\u00f9 cantautorale della musica italiana e dal folk. \u00c8 la storia di una cena tra vecchi compagni di classe che\u00a0 raccontano i cambiamenti avvenuti nella loro vita dopo la maturit\u00e0. Nessuno parla apertamente dei propri problemi e dei propri disagi esistenziali, \u00e8 come se si volesse dissimulare, far finta che tutto stia procedendo per il meglio, come una commedia all\u2019italiana. Questa canzone nasce quasi come un film, in cui tutti celano le proprie debolezze dietro a muri di ipocrisia. Proprio per questo si collega bene al tema di \u201cFake News\u201d: tante volte ci concentriamo molto sulla facciata, sul titolone, sul clickbait, e non abbastanza sulla logica e sulla verit\u00e0.
\nLe ultime parole della canzone sono una frase importante: \u201cci si vede tra un anno\u201d. Ora, non sappiamo se sar\u00e0 un anno o pi\u00f9, per\u00f2 \u00e8 una promessa vera ed effettiva che facciamo a tutti come band. Quest\u2019estate si \u00e8 molto dibattuto riguardo a un nostro ipotetico scioglimento e quindi, in un album che ironizza su questa cosa e su molte altre, volevamo fare una promessa solenne e veritiera: pu\u00f2 anche cadere il mondo ma noi siamo sempre qua. Non ci sciogliamo e ci vediamo presto.<\/p>\n<\/div><\/div><\/div>

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