Sanremo 2025 – Le Pagelle dopo la prova generale

Nel Teatro Ariston di Sanremo, ieri pomeriggio si sono svolte le prove generali del Festival. Le prime impressioni sui brani in gara nelle nostre pagelle.
Daremo uno sguardo rapido e dettagliato alle esibizioni, condividendo le nostre prime impressioni sulle canzoni che prenderanno parte alla kermesse musicale più attesa dell’anno
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Gaia torna all’Ariston a distanza di quattro anni dal suo debutto, con un brano che si adatta perfettamente al suo stile. Dopo il successo estivo accanto a Tony Effe, si presenta con una canzone dal ritmo accattivante e dalle sonorità esotiche, arricchita da una performance curata nei dettagli. L’intervento dell’orchestra e l’inserimento dei cori aggiungono corpo a una traccia che in studio sembrava meno impattante. La coreografia e la messa in scena la rendono una proposta con un respiro internazionale, e Gaia dimostra di essere una performer completa, capace di tenere il palco con naturalezza. Il pezzo è radiofonico e immediato, con una struttura ben costruita per far presa sul pubblico.
Voto: 6.5
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Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Gabbani porta un brano che sprigiona energia e positività fin dalle prime note, con un’introduzione dal sapore gospel e una costruzione musicale che ricorda certe sonorità anni ’80. L’esibizione ha una forte componente scenica e il suo modo di stare sul palco richiama alla mente il carisma di Modugno. Il pezzo cresce progressivamente, con una seconda strofa che si differenzia dalla prima e un finale in crescendo che riesce a coinvolgere ed emozionare. Se nella versione orchestrale il brano acquista spessore, resta da vedere come renderà in studio. Di certo, è tra le proposte più solide di questa edizione, grazie a un arrangiamento che valorizza ogni elemento sonoro.
Voto: 7
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Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Dal primo istante, la canzone riesce a trascinarti nella sua atmosfera. Il ritornello è il vero punto di forza del pezzo, che si sviluppa su un tappeto ritmico incalzante e una struttura dinamica. Il titolo non mente: il ritmo è il protagonista assoluto, tra beat martellanti e un andamento che accelera e rallenta in modo ipnotico. A differenza di altri brani in gara, qui la versione in studio potrebbe addirittura superare l’impatto dell’esibizione live, che si rivela più complessa da rendere con lo stesso impatto sonoro. Nonostante la resa dal vivo possa risultare una sfida, il brano ha il potenziale per funzionare anche fuori dal contesto sanremese.
Voto: 6.5
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Noemi – “Se t’innamori muori”
Un pezzo intenso e struggente, perfettamente cucito addosso a Noemi, che lo interpreta con la solita sicurezza vocale. La firma del team Mahmood-Blanco-Michelangelo si sente, ma il risultato è una ballata che valorizza l’anima più profonda dell’artista. Con l’accompagnamento dell’orchestra, il brano acquista ancora più spessore, rivelandosi una di quelle canzoni destinate a crescere di ascolto in ascolto. Durante l’esibizione, sarà inevitabile vedere il pubblico illuminare il teatro con le torce dei telefoni, creando un’atmosfera da grande classico sanremese.
Voto: 7
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Irama – “Lentamente”
Il pezzo parte con decisione ma resta su un registro più contenuto, senza mai esplodere completamente. Si tratta di una canzone che richiede più ascolti per essere assimilata, con un’atmosfera malinconica e una costruzione melodica che richiama alcune delle sonorità di Blanco, pur mantenendo un’impronta personale. Il ritornello, con la frase “Lentamente si sta spegnendo ogni fottuto sentimento”, colpisce e lascia il segno, suggerendo un crescendo emotivo che potrebbe guadagnare intensità con l’esecuzione dal vivo. Resta da capire se il pubblico riuscirà ad affezionarsi a questo brano nel corso delle serate o se resterà più in ombra.
Voto: 6
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Coma_Cose – “Cuoricini”
Una canzone immediata, con un ritornello che si stampa nella mente già al primo ascolto e un impianto sonoro perfetto per la radio. Tuttavia, rispetto ai precedenti lavori della coppia, il pezzo appare meno incisivo e meno ispirato. Tornano sul palco dopo il successo di “L’addio”, ma questa volta la loro proposta sembra più leggera e meno intensa emotivamente. “Cuoricini” ha sicuramente il potenziale per diventare un tormentone, ma è un passo indietro rispetto alla profondità delle loro produzioni più riuscite. È una canzone che divide: c’è chi la amerà e chi non la troverà all’altezza delle aspettative. Il Maestro Melozzi cerca di valorizzare l’arrangiamento, ma il risultato finale non convince del tutto.
Voto: 5
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Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Un brano che arriva dritto al cuore, con una profondità emotiva che si fa sempre più intensa man mano che si sviluppa. La scrittura è quella di un grande cantautore, di quelli che raramente si sentono sul palco dell’Ariston negli ultimi anni. La forza del testo e l’arrangiamento essenziale mettono in primo piano ogni parola, rendendola ancora più potente. Cristicchi porta sul palco la sua esperienza e la sua sensibilità, regalando un momento di pura emozione. Un pezzo così è un valore aggiunto per la gara.
Voto: 8.5
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Marcella Bella – “Pelle diamante”
Marcella torna in scena con carattere e grinta, presentando un pezzo immediato che si stampa in testa fin dal primo ascolto. Apparentemente semplice, ma con una struttura che riserva qualche sorpresa, “Pelle diamante” dimostra che l’artista non ha paura di sperimentare e di confrontarsi con sonorità più contemporanee. Nonostante le dinamiche della competizione possano non premiarla, il brano ha il potenziale per diventare una hit di riferimento. Un ritorno con stile, senza strafare ma con la sicurezza di chi sa come stare sul palco.
Voto: 6
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Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Questa volta Lauro lascia da parte le provocazioni e le scenografie eccessive, puntando tutto sulla musica e sull’essenza della canzone. Dopo i successi che lo hanno reso un’icona del Festival, si presenta con un brano che richiama il pop-rock italiano più classico, con un tocco nostalgico che lo avvicina a “Amore disperato”. Il sax che emerge nella seconda parte è un dettaglio interessante, che potrebbe diventare il vero asso nella manica del pezzo. Il risultato è intrigante, ma resta il dubbio su quanto il pubblico accoglierà questo nuovo corso artistico.
Voto: 8
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Giorgia – “La cura per me”
L’introduzione al pianoforte mette subito in risalto la straordinaria voce di Giorgia, che ancora una volta dimostra di essere una delle interpreti più raffinate della musica italiana. Il brano, nella sua apparente semplicità, si trasforma in un gioiello grazie alla sua presenza scenica e alla sua tecnica impeccabile. Tuttavia, l’emozione e un leggero timore sembrano trattenerla, impedendole di lasciarsi andare completamente. Se riuscirà a trovare il giusto equilibrio tra cuore e perfezione tecnica, potrebbe davvero giocarsela fino alla fine.
Voto: 9
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Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Willie Peyote rimane fedele a sé stesso, proponendo un pezzo ironico e pungente, che strizza l’occhio al primo Jovanotti. Il ritmo vivace e l’influenza carioca lo rendono un brano leggero e coinvolgente, ma senza rinunciare a quella scrittura tagliente che lo contraddistingue. È una canzone che fa muovere e riflettere allo stesso tempo, con un testo che lascia il segno. In un Festival dominato da ballate e sonorità più classiche, rappresenta una ventata di freschezza.
Voto: 6
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Rose Villain – “Fuorilegge”
Dopo il successo di “Click Boom!”, Rose Villain torna con un brano che sorprende e si rivela persino più incisivo del precedente. L’energia e la passione con cui lo interpreta sono palpabili, e la sua presenza scenica è magnetica. Il testo e la melodia hanno quel giusto mix di intensità e immediatezza che potrebbero trasformare “Fuorilegge” in una delle rivelazioni di questo Festival. Chi aveva ancora dubbi sulle sue capacità vocali dovrà ricredersi.
Voto: 7.5
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Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento – “La mia parola”
Un’operazione interessante che porta il mondo dell’hip hop sul palco dell’Ariston, con Shablo che fa il suo debutto nella competizione accompagnato da tre voci di peso. Il mix tra il flow di Guè, il groove di Tormento e l’anima soul di Joshua crea un brano che funziona, anche se il primo impatto potrebbe lasciare qualche perplessità. L’atmosfera street è ben resa, ma resta da capire come sarà recepita in un contesto come Sanremo, dove solitamente dominano generi più tradizionali.
Voto: 6
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Olly – “Balorda nostalgia”
Dopo due anni dal suo debutto, Olly torna a Sanremo con una ballata che richiama lo stile di Vasco Rossi, ma con una freschezza capace di parlare a più generazioni. Il grido “stanotte non è vita senza te” racchiude un’emozione sincera, amplificata dall’orchestra che dona spessore al pezzo. Dal vivo, Olly dimostra grande presenza scenica e si mangia il palco con un’interpretazione intensa.
Voto: 7.5
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Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
Elodie torna con un brano deep house che fonde un ritmo incalzante con un testo malinconico. Il contrasto tra la base pulsante e il cuore di ballad crea un mix efficace che le permette di esprimere al meglio voce e interpretazione. La sua performance dal vivo è convincente e coinvolgente, aggiungendo valore a una canzone che ha tutte le carte in regola per imporsi. Il sette lo ha già nel titolo, e noi lo confermiamo.
Voto: 7
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Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Ranieri porta sul palco una ballata classica che racconta la fine di un amore con una delicatezza raffinata. Il pezzo, scritto da Tiziano Ferro, ha un impianto solido ma sembra appartenere a un’altra epoca, cosa che può essere un pregio o un limite a seconda della prospettiva. Il talento di Ranieri non si discute, ma il brano, pur gradevole, non lascia un segno indelebile.
Voto: 6
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Tony Effe – “Damme ‘na mano”
Un brano in dialetto romano che sorprende, ma non in senso positivo. Tony Effe si discosta dal suo stile abituale e si avventura in un territorio che non gli appartiene del tutto. Il ritornello, cantato con qualche imprecisione, non riesce a reggere la struttura del pezzo, e i cori non bastano a mascherare le difficoltà. Se Tony ha costruito il suo successo con un determinato sound, perché portare qualcosa di così distante dal suo mondo?
Voto: 4.5
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Serena Brancale – “Anema e core”
Sonorità mediterranee e una performance che trasuda energia e classe. Serena Brancale si prende la scena con un brano che mescola jazz, ritmo e melodia in un equilibrio ben riuscito. L’orchestra arricchisce il pezzo, donandogli dinamismo e profondità. Un’esibizione elegante e coinvolgente.
Voto: 6.5
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Brunori Sas – “L’albero delle noci”
Un debutto atteso, che non delude. Brunori porta un brano che parla di rinascita attraverso il racconto di una vita, con il suo stile inconfondibile. L’influenza di De Gregori si fa sentire, forse anche più del solito, ma il risultato è di grande spessore. L’orchestra valorizza ulteriormente il pezzo, che scorre con naturalezza e profondità.
Voto: 8
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Modà – “Non ti dimentico”
Dirige l’orchestra il Maestro Andrea Benassai
Un brano che sarebbe potuto appartenere a uno degli album storici dei Modà, senza alcuna variazione sul tema. Se da un lato è rassicurante ritrovare il loro stile inconfondibile, dall’altro manca quel guizzo di novità che avrebbe potuto renderlo più interessante. Giocano sul sicuro, ma lo fanno bene.
Voto: 5.5
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Clara – “Febbre”
Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle
Un brano che conferma la sua identità artistica, ma che non riesce a fare il salto decisivo. “Febbre” mantiene la continuità con il suo percorso, richiamando atmosfere già esplorate. Una canzone ben costruita, ma che forse necessita di più ascolti per emergere completamente.
Voto: 6
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Fedez – “Battito”
Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle
Un brano solido e intenso, che cattura fin dalle prime note. Il testo affronta il tema del disturbo dell’umore con onestà e sensibilità, e il ritornello, ben costruito, rafforza il messaggio. Fedez sorprende per la sua interpretazione, dimostrando carisma e presenza scenica.
Voto: 7.5
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Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Un artista fuori dagli schemi, che porta il suo mondo a Sanremo. Il brano è un mix di teatralità e ironia che purtroppo al primo ascolto lascia abbastanza indifferenti.
Corsi canta, suona il piano e la chitarra, mostrando tutto il suo talento ma senza mai incidere davvero. Un debutto che incuriosisce e necessita di riascolto.
Voto: 6
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Bresh – “La tana del granchio”
Un brano evocativo e introspettivo, che non colpisce subito ma cresce con gli ascolti. Bresh si muove bene sul palco, trasmettendo la sua autenticita. Resta da vedere se riuscirà a lasciare un segno nel corso della gara.
Voto: 6.5
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Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
Un pezzo che profuma di Napoli e di verità, mescolando cantato e rap con naturalezza. La sua esibizione dal vivo è solida, e il pezzo scorre bene, pur richiamando sonorità già esplorate in passato dall’artista.
Voto: 6.5
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Sarah Toscano – “Amarcord”
Un’interpretazione delicata e ben studiata, in cui Sarah dimostra una maturità sorprendente per la sua giovane età e per essere alla sua prima esperienza sanremese. Il pianoforte, che richiama il suono di un carillon, insieme agli archi dell’orchestra, dona al brano un tocco raffinato e avvolgente. Uno dei pezzi meglio riusciti della sua proposta artistica.
Voto: 6
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Joan Thiele – “Eco”
Un brano che al primo ascolto può sembrare poco incisivo, ma che merita di essere riascoltato per coglierne tutte le sfumature. Joan Thiele, accompagnata dalla sua chitarra elettrica, trasporta l’orchestra nel suo universo musicale. .
Voto: 5.5
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Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
Un brano intenso e deciso, che Francesca interpreta con una carica emotiva e una grinta palpabili. Dopo due secondi posti, torna a Sanremo con una canzone dalla struttura classica ma dall’anima moderna, sia nei testi che nell’esecuzione. L’esibizione è impeccabile e coinvolgente, capace di trasmettere un senso di inquietudine che però funziona alla perfezione.
Voto: 7
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The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
Si prosegue sulla scia del sound dell’anno scorso, con un ritmo incalzante e una melodia che si imprime immediatamente nella mente. Rispetto al primo ascolto, il brano guadagna punti e risulta meno scontato del previsto. L’atmosfera richiama i party estivi, e Stash, libero dalla chitarra, appare più disinvolto sul palco. Lo special gli dà modo di valorizzare la sua voce. Dal vivo funziona davvero bene.
Voto: 6.5