I Maneskin e la loro rabbia artistica in Teatro d’ira – Vol.1
I Måneskin hanno pubblicato il nuovo album Teatro d’ira – Vol.1 e già dal titolo si evince la volontà di incanalare la rabbia, dettata dal momento e dalla giovane età di Damiano e company, in musica, come se il rock fosse l’espressione naturale del disagio generazionale. Dopo la vittoria di Sanremo il gruppo romano presenta questo nuovo progetto, frutto dell’esperienza londinese che ha fatto maturare un sound più internazionale e crudo, espresso poi in un lavoro in studio che ha visto un ritorno all’analogico e al suonato, lontano dalla digitalizzazione dominante anche nel campo musicale.
Ci sono pezzi molto duri sia a livello testuale con parolacce a esternare la voglia di ribellione e l’attitudine di cui la band si vuole fare portatrice e ballate davvero notevoli come Coraline e il primo singolo pubblicato dal titolo Vent’anni.. Troviamo anche la commistione con l’hip hop in Lividi sui gomiti, che mette al centro ciò che sta dietro le quinte del loro lavoro, nella fattispecie lo studio e la disciplina necessari per fare di una passione il proprio mestiere. La paura del buio ha un’arpeggiato ridondante in stile carillon negli strofe che cresce nel ritornello e una parte a cappella nel finale e il protagonista è l’ascoltatore medio che non vuole accettare il progresso musicale di cui vogliono essere portavoce.