“Angelo Balaclava”: il dolore in HD
Con l’uscita di “Angelo Balaclava”, Silent Bob e Sick Budd firmano uno dei dischi più viscerali del 2025, un manifesto crudo e tagliente che rifiuta compromessi e cliché. Il progetto, pubblicato il 4 aprile da Bullz Records, segna il ritorno del rapper milanese a due anni da “Habitat Cielo” e conferma la sua posizione come una delle voci più autentiche e disturbanti del rap italiano.
Un viaggio tra ferite e verità senza filtro
Silent Bob non scrive canzoni, le incide sulla pelle. E in questo nuovo lavoro, composto da 14 tracce e prodotto interamente da Sick Budd, la sua penna si fa ancora più affilata, scavando a fondo in tematiche come l’amicizia borderline, le relazioni tossiche, la dipendenza, l’abbandono e il disagio mentale.
L’ascolto non consola: mette a nudo. “Angelo Balaclava” è un disco che non fa sconti e non cerca consensi, anzi: urla, sanguina, si contorce in una scrittura rabbiosa e sincera, perfettamente sostenuta da un impianto sonoro che mescola trap, jazz, boom bap e suggestioni elettroniche.
Sick Budd: un sound cucito addosso al disagio
Sick Budd riesce nell’impresa di tradurre il tormento di Silent Bob in suono: ogni beat è una coltellata o un abbraccio gelido. Il suo lavoro di produzione è tutt’altro che scontato: ogni brano ha un’identità precisa, ma mantiene un filo conduttore emotivo che lega tutto l’album. Le atmosfere sono spesso claustrofobiche, notturne, sporche. Nessuna concessione alle mode: Angelo Balaclava suona come nessun altro disco italiano del momento.
I brani chiave: tra pugni allo stomaco e poesia urbana
A partire da “ESSE B”, l’intro è un manifesto personale: la voglia di autodistruzione si scontra con un istinto di sopravvivenza feroce. L’arroganza nasconde dolore, la fragilità si fa barriera. “SIAMESI” racconta l’amicizia tra disadattati con una poesia cruda, priva di sentimentalismi.
“MILANO 3AM” è la ballata dell’ossessione: una città vuota come il cuore del protagonista, che cerca un amore ormai scomparso tra i volti sconosciuti. Il singolo “WTF” invece è una bomba esplosiva che alterna ironia e autodistruzione, il caos di una generazione che ha perso la bussola.
Altre perle? “11 SETTEMBRE”, dove l’amore diventa un trauma epocale; “SENZA BRIVIDI”, cronaca glaciale di un’anestesia emotiva; e “GROSSISTA”, racconto poetico e disperato di una mente invasa da demoni e dipendenze. In “DOMANI RITORNO” si respira una rassegnazione lucida, mentre “BIFOLCO” è un inno alla provincia grezza e feroce da cui Silent Bob proviene.
“TI AMO, MA…” è forse la traccia più disturbante, dove una relazione tossica viene raccontata con un’onestà brutale, senza maschere. In “FA PIANGERE MAMMA”, invece, c’è spazio per un’umanità spiazzante: l’amore per la madre è l’unico legame rimasto saldo nel caos.
Chiudono il disco l’ipnotica e psichedelica “K-HOLE”, in collaborazione con 18K, e “SOLO UN NOME”, riflessione profonda su identità, disuguaglianza e razzismo. Il remix di “SENZA BRIVIDI” con Jeune Mort è la degna conclusione: amara, tagliente, definitiva.
Un disco contro tutto: hype, strategia e politically correct
Una delle scelte più coraggiose di Silent Bob è stata quella di non annunciare alcun featuring nella tracklist, lasciando che l’attenzione restasse sulla musica e non sui nomi coinvolti. In un’epoca in cui le collaborazioni sembrano diventate obbligatorie, questa decisione sottolinea quanto l’artista voglia distaccarsi dal marketing musicale tradizionale, preferendo autenticità e coerenza artistica.
L’anteprima dell’album all’ARCA Milano ha confermato questa filosofia: un live per pochi, fan accaniti e creator, dove le emozioni sono esplose senza filtri. Nessun telefono, solo vibrazioni condivise.
Conclusione: la rabbia come linguaggio, la musica come vendetta
“Angelo Balaclava” è più di un disco rap: è una radiografia emotiva dell’Italia di oggi, raccontata da chi vive ai margini, da chi si è costruito un’identità tra le crepe dell’anima. Silent Bob urla perché non vuole essere frainteso. Rifiuta i compromessi, la censura, il “perbenismo da playlist”.
In un panorama musicale sempre più standardizzato, questo disco è uno schiaffo necessario. Se state cercando un lavoro che conforti, questo non fa per voi. Ma se volete qualcosa che vi scavi dentro, “Angelo Balaclava” è l’esperienza che stavate aspettando.