Oro e platino: il pop italiano rischia grosso

Nuove soglie per le certificazioni FIMI: quale futuro per la musica pop italiana?

A partire da gennaio 2025, il panorama musicale italiano si troverà ad affrontare un cambiamento significativo: la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha annunciato un innalzamento delle soglie necessarie per ottenere i dischi d’oro e di platino, ma solo per i singoli, mantenendo invece invariate quelle per gli album. La decisione, secondo quanto dichiarato dalla stessa FIMI, mira ad adattarsi all’evoluzione del mercato musicale, dominato ormai dalle piattaforme digitali come Spotify, rendendo le certificazioni un indicatore ancora più rilevante del successo effettivo di un brano.

Le nuove soglie e il mercato attuale

Con le nuove regole, ottenere una certificazione diventerà molto più complicato:

  • Disco d’oro: si passerà dalle attuali 50.000 copie a 100.000 copie;
  • Disco di platino: si passerà da 100.000 copie a 200.000 copie.

Questo aggiornamento arriva in un momento in cui il mercato musicale è chiaro: nonostante una leggera ripresa del pop, a dominare sono il rap e la trap. Le piattaforme di streaming, Spotify in primis, determinano le regole del gioco e le preferenze del pubblico. Il pop italiano, già in difficoltà, rischia di diventare la principale vittima di questa decisione. Senza il traino del Festival di Sanremo o dei tormentoni estivi, oggi pochi artisti pop riescono a conquistare certificazioni. La situazione è ancora più complessa per i talent show come Amici e X Factor, che negli ultimi anni hanno faticato a lanciare artisti in grado di durare nel tempo. Completamente tagliati fuori, infine, gli artisti emergenti, che con queste nuove soglie non avranno nemmeno la speranza di ottenere un disco d’oro.

I numeri parlano chiaro

Per capire l’impatto concreto delle nuove soglie, possiamo guardare ai risultati di alcuni degli artisti pop più affermati del 2024 e come cambierebbero le loro certificazioni:

  • Ultimo: nel 2024 ha collezionato 13 platini e 3 ori. Con le nuove soglie avrebbe ottenuto solo 2 platini e 3 ori.
  • Cesare Cremonini: nel 2024 ha conquistato 6 platini e 3 ori. Con le nuove regole, si ridurrebbero a 3 platini e 1 oro.
  • Annalisa: nel 2024 ha registrato ben 16 platini. Con le nuove soglie, il risultato sarebbe di appena 4 platini e 4 ori.

Se artisti capaci di muovere numeri enormi vedono il loro “bottino” più che dimezzato, è facile immaginare quale sarà la situazione per chi muove cifre inferiori o sta cercando di emergere.

La corsa verso hit facili: un rischio per la musica italiana?

Il rischio è che queste nuove soglie spingano discografici e produttori a puntare esclusivamente su brani leggeri e orecchiabili, destinati a diventare hit immediate ma prive di profondità artistica. La conseguenza? Una progressiva scomparsa del cantautorato italiano e dei brani più impegnati, che storicamente hanno rappresentato un pilastro della nostra cultura musicale.

In un contesto già dominato dal rap e dalla trap, generi che hanno saputo conquistare un pubblico sempre più vasto e fidelizzato, la musica pop rischia di perdere ulteriormente terreno. Non si tratta di un attacco a questi generi – che hanno indubbiamente rivoluzionato il panorama musicale – ma di una riflessione sull’equilibrio complessivo del mercato. Puntare unicamente su numeri e algoritmi potrebbe impoverire la varietà musicale italiana.

Che fine faranno gli emergenti?

La situazione appare ancor più drammatica per gli artisti emergenti. Se già oggi è difficile ottenere visibilità senza il supporto di grandi piattaforme mediatiche, con le nuove soglie sarà praticamente impossibile ottenere una certificazione, spesso utilizzata come biglietto da visita per farsi conoscere e ottenere nuove opportunità.

Conclusione

L’innalzamento delle soglie per i dischi d’oro e di platino rischia di portare a un livellamento verso il basso della musica italiana. La rincorsa alle hit facili potrebbe sacrificare qualità, varietà e spazio per i nuovi talenti. Come sempre, sarà il pubblico a determinare il successo o il fallimento di questa nuova politica, ma è lecito domandarsi se questa scelta non rischi di rendere ancora più difficile la vita per chi cerca di portare qualcosa di diverso e autentico nella musica italiana.

Noi di FrequenzaItaliana crediamo nella musica a 360 gradi, e continueremo a raccontare ogni genere, senza pregiudizi. Ma è giusto riflettere su come decisioni di questo tipo possano influenzare il futuro della nostra scena musicale, perché la varietà è la vera ricchezza della musica italiana.

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