Frequenza Italiana incontra Giulia Molino
Nelle scorse settimane abbiamo raggiunto telefonicamente Giulia Molino, reduce dall’esperienza di Amici, per farci raccontare le curiosità legate a “Va tutto Bene”
L’album contiene 7 tracce, tra cui due scritte interamente dalla stessa Giulia, che mostra appieno il suo raffinato talento nella scrittura: l’intima e personale “Nietzsche”, in cui grazie a un personalissimo flow e utilizzando sonorità che mischiano l’urban e l’hip hop, racconta la sua storia nella quale ha dovuto lottare durante l’adolescenza contro un mostro invisibile e letale, l’anoressia, e la malinconica “Solo questo mi è rimasto”, brano sulla fine di una relazione e di tutto quello che rimane quando il sentimento ormai non è più abbastanza.
Ciao Giulia e benvenuta su Frequenza Italiana, partirei questa nostra chiacchierata dal tuo nuovo album.
“Va tutto bene”, un titolo che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo rappresenta una boccata d’ossigeno necessaria, anche se probabilmente la chiave di lettura era in origine differente. Raccontaci questo tuo biglietto da visita.
“Va tutto bene” è il mio primo album, contiene 7 tracce ed è molto variegato, ci sono pezzi ballad come Briciole o Solo questo mi è rimasto che lasciano trapelare la parte più passionale di Giulia e del modo viscerale con cui vive le relazioni e l’amore in generale. Ci sono pezzi come domeniche di maggio e Amore a lieto fine, che sono pezzi solari e allegri e poi c’è Nietzsche che è un brano che si distacca completamente dal resto, in questo pezzo racchiudo l’esperienza più dolorosa ma costruttiva della mia vita.
Dal punto di vista prettamente testuale il brano che colpisce maggiormente è Nietzsche, nel pezzo una base dal sapore rap che lascia pieno spazio al testo. Come nasce questo brano?
Nietzsche nasce nelle note del mio I-phone, un giorno in cui quel “mostro” mi è tornato a farmi visita.
Come dico nella canzone, il “mostro” non lo uccidi ma impari a gestirlo, non nascondo che tutt’oggi ogni tanto torna a farmi visita. Il brano nasce in uno di quei giorni, io ho avuto la necessita di parlare, ho scritto un testo in rima nelle note dell’iPhone e dopo averlo tenuto nel cassetto per parecchio tempo decido di rappare quel testo, era un vero flusso di coscienza e mi rendevo conto che per quanto fosse lungo non sarebbe bastata una ballad, quindi ho deciso di rapparlo anche perché io ho sempre ascoltato musica rap quindi ho tentato questo approccio per la prima volta, e ha funzionato.
A questo punto è rimasto nel cassetto ancora parecchio tempo finché non ho deciso di portarlo al provino di Amici, lì ho avuto la possibilità di cantarlo per la prima volta e soltanto in quel momento mi sono resa conto dell’importanza e della valenza di quel brano.
Molte persone si sono riviste in questo brano, mi hanno scritto dicendomi che sono diventata una speranza e questa cosa mi ha reso immensamente felice, mi sono resa conto che la cosa che mi rende più felice nel fare musica e quella di poter trasmettere un messaggio.
Mi sono posta questo come obiettivo della mia carriera sperando che si tratti di una carriera duratura e florida, è questo quello che voglio fare, SEMPRE
Dando un’occhiata ai crediti del tuo lavoro è interessante vedere come siano presenti pezzi che portano la tua firma e pezzi firmati da artisti come Roberto Casalino e Durdast (solo per citarne alcuni).
In te convivono queste 2 parti cantautrice e interprete, ci sono differenze quando approcci ad un nuovo brano?
Secondo me gli approcci sono molto più vicini di quanto normalmente si possa pensare, l’interprete è un bravo interprete quando riesce ad entrare in un pezzo in modo da far dire alla gente che lo ascolta “Pensavo fosse un pezzo tuo”, quando riesci a dare una tua identità una tua impronta al brano scavando nella profondità del testo. Purtroppo o per fortuna fare l’interprete è un ruolo davvero molto importante ed è molto più difficile di quanto si pensi mentre essere un autore è semplicemente trovare una chiave per poter esprimere il tuo pensiero.
Quando hai iniziato a scrivere?
Io ho iniziato a scrivere nel 2018, ho sempre scritto poesie, racconti. Ho sempre amato scrivere ma non ero mai riuscita a scrivere un vero e proprio brano, perché non sapevo come fare.
Dopo il provino del 2017 ad amici sono stata ferma quasi un anno, cercando di lavorare su me stessa, scoprirmi, mettermi in discussione e ho divorato musica cantautorale, cercando di apprendere, di rubare come diceva Picasso, un giorno dopo la fine di una relazione per me molto importante ho scritto Solo questo mi è rimasto e credo che da quel giorno si sia sbloccato qualcosa dentro di me.
Amici è certamente stato un ottimo trampolino di lancio, come hai vissuto l’esperienza nella scuola?
L’esperienza di amici e stata impegnativa soprattutto a livello psicologico, lí ricevi un bombardamento di emozioni, cambi di umore repentini, richiede molta forza. Io mi sono resa conto di essere diventata, o forse di essere sempre stata, una persona molto determinata, se ho un obiettivo non mi fermo, mi metto in discussione, accolgo i consigli, è stato un bel percorso, tanto impegnativo quanto formativo. Una vera e propria scuola.
Un live è un mix di tanti fattori ma personalmente ho sempre considerato essenziali 2 aspetti, il palco e il pubblico, ad Amici avete vissuto qualcosa di innaturale quasi surreale.
A livello psicologico, soprattutto inizialmente, è stato distruttivo perché stare senza l’energia del pubblico è molto complicato, d’altro canto però è stata un’occasione per imparare a cavarsela da soli, sul palco si è nudi senza le persone che ti sostengono dagli spalti, quindi alla fine siamo usciti tutti molto cresciuti da questa esperienza.
I tuoi fan sono sempre molti attivi sui social e non mancano mai di farti sentite il loro supporto. Come hanno accolto l’uscita del disco?
Molto Molto bene, non vedono l’ora di incontrarmi agli InStore e ti dico che per me è la stessa cosa, non vedo l’ora di poter riprendere instore e concerti per poterli abbracciare perché è grazie a loro se sono arrivata fin qui. Sono loro la mia più grande vittoria
Il pubblico è mancato ad Amici ma manca alla musica in generale, come pensi sarà il futuro della musica dal vivo?
Non lo so, ho sentito tante proposte tra cui quella di fare concerti a distanza di sicurezza con ingressi limitati ma credo si vada a perdere il senso del concerto, quel senso di unione condivisione. Toccarsi e viversi al 100%
Grazie Giulia, come ultima cosa ti chiedo un saluto agli amici di FrequenzaItaliana
Mando un bacio grande a tutti gli amici di frequenza italiana
F.G.